I CANTORI DELLE PIEVI amano essere considerati espressione della loro terra appenninica. Paesi e vallate a cui sono orgogliosi di appartenere.
Il loro nome, il programma artistico, le intenzioni divulgative, e l’entusiasmo che li anima, si legano alle loro tradizioni popolar-canore ed alla straordinaria eredità corale che ha fatto di questi luoghi un punto di riferimento nel particolare ambito artistico della coralità.
Sospeso tra la pianura padana e il mar ligure, come un ponte tra il continente e il Mediterraneo, l’Appennino parmense ha sempre culturalmente separato e insieme collegato questi due mondi.
La perenne azione della natura e l’antichissima frequentazione dell’uomo, hanno donato alle cime, alle valli, ai borghi uno straordinario connubio tra bellezze paesaggistiche ambientali e testimonianze artistiche, storiche e architettoniche.
I campi ora si alternano ai boschi; le antiche grandi coperture boschive infatti durante i secoli, hanno ceduto il posto ad ampi poderi coltivati favorendo lo sviluppo di attività agricole e il fiorire di produzioni agroalimentari eccellenti, che hanno saputo esprimersi in modo organizzato, con prodotti di alta qualità, come il formaggio grana "Parmigiano-Reggiano" ed il prosciutto "Parma", apprezzati in tutto il mondo.
Oltre i campi, le cime; e quasi tutte regalano, una volta raggiunte, ampissimi sguardi, non soltanto sulle montagne e le valli circostanti, ma anche verso la spianata padana e più in là, a raggiungere le cime della cerchia alpina che le fanno da corona. Sopra le curve ondulate delle colline, Bismantova, di dantesca memoria, affascina per la sua geometrica, calcarea mole; e Canossa si stacca sull’orizzonte con profilo secco e imperioso: quasi un’anomalia del territorio, che sembra sottolineare e prolungare a noi il mito di una storia grandiosa. Qui il medioevo sembra aver conservato vivo il suo interesse. I castelli che costituiscono il cuore della antica contea di Matilde, nonostante l'ingiuria dei tempi, conservano il fascino del ricordo di quando, in questo scenario di boschi e di calanchi, si svolgeva il teatro della politica europea, a cavallo tra l'undicesimo e il dodicesimo secolo e gli attori erano Papi e Imperatori.